Chilometraggio su richiesta
Proprietari su richiesta
Motore Ford, 2600cc
Trasmissione manual
Colore Verde Inglese (British racing green) con interni originali in pelle rossa; capottina inclusa
Prezzo su richiesta
Questa vettura è un prototipo unico ed il primo prodotto dall’AC Ace, e perciò considerato come l’iniziatore della storia di AC Cobra. Inizia la vita come auto esposta la London Motor Show del 1953, e prosegue la propria storia come auto da gara ufficiale in tutto il Regno Unito correndo tra l’altro Goodwood, Oulton Park, Brands Hatch, Silverstone e Prescott. Questa auto, telaio AE20, è senza dubbio una delle auto britanniche esistenti storicamente più significative e, come prototipo unico, è l’ideale per la paetecipazione allla Mille Miglia, Goodwood Revival e ai grandi eventi internazionali.
Nel 1953, la reputazione di John Tojeiro nella costruzione di auto sportive vincenti nelle competizioni era ormai consolidata. Quando l’amico Vin Davison si avvicinò a Tojeiro per chiedergli di costruire un’auto sportiva con una carrozzeria Barchetta, nessuno dei due poteva prevedere che il modello avrebbe fatto la storia automobilistica, evolvendosi in AC Ace e, successivamente, in Shelby Cobra.
L’auto di Davison non è stata la prima Barchetta – ispirata alla Ferrari 166 MM – costruita da Tojeiro. L’onore va invece a un esemplare motorizzato Bristol ordinato da Cliff Davies e registrato in Gran Bretagna come LOY 500. Altri due esempi di Barchetta sono basati su motorizzazioni MG – con immatricolazione LOY 501 e LOW77 – costruiti prima che Davison ordinasse la sua, muniti di un quattro cilindri Lea-Francis da un 2.5 litri, acquistati dal costruttore di auto da corsa Connaught Engineering. Consegnata nell’estate del 1953, l’auto di Davison portava la registrazione LER 371.
Allo stesso tempo, la casa automobilistica britannica AC era alla disperata ricerca di un nuovo modello da inserire nel proprio listino, integrando l’obsoleta berlina da 2 litri e la deccapottabile. Ernie Bailey, proprietario della Buckland Bodyworks che verniciava le carrozzerie destinate alla AC e occasionalmente aveva lavorato con Tojeiro, suggerì che la Barchetta potesse essere proprio ciò di cui la AC aveva bisogno per rilanciare la propria produzione. Bailey organizzò quindi un incontro e Tojeiro prese in prestito da Davison la vettura LER 371 per la dimostrazione.
L’auto sportiva di Tojeiro impressionò gli Hurlocks, i proprietari della AC, ma un importante passo successivo sarebbe statu valutare l’interesse dei visitatori del salone automobilistico di Earls Court del 1953. AC voleva una delle Barchette di Tojeiro nel proprio stand, ma non c’era tempo sufficiente per completare un altro esemplare. Quindi AC acquistò la vettura LER 371 da Davison e per favorire l’accordo gli offrirono la possibilità di diventare ingegnere allo sviluppo in ACE. Tojeiro, per il suo ruolo di progettista dell’auto e per aver favorito il completamento dell’accordo, ricevette una royalties di £ 5 per auto, anche se solo sulle prime 100 auto vendute. Accettò anche di costruire un altro telaio nudo per AC, che sarebbe servito da modello per la costruzione della maschera di montaggio dei telai.
Nel passaggio da Tojeiro Barchetta ad AC Ace, l’ex auto di Davison prese un motore a sei cilindri in linea da 2,0 litri, oltre a una nuova vernice blu e targa di immatricolazione TPL 792. L’auto ricevette anche un parabrezza con telaio in metallo al posto del piccolo schermo in plexiglass originale, la capotta pieghevole, il rivestimento interno e ruote metalliche per sostituire le ruote in alluminio Turner, generalmente preferite da Tojeiro. Il prototipo mantenne inoltre lo sterzo a pignone e cremagliera derivato dalla Morris Minor, sebbene i modelli di produzione utilizzassero una scatola sterzo Bishop Cam.
Ironia della sorte, l’AC Ace non era stata pensata come una macchina da corsa. Come riportato nel libro di Rinsey Mills “AC Cobra: The Truth Behind the Anglo-American Legend”, il giornalista John Bolster della rivista Autocar nel primo articolo relativo all’auto scrisse: “Non è intesa come un’auto da competizione e non verrà fatto alcun tentativo di sviluppo in tal senso…”. La sua previsione non si dimostrò vera, dal momento che la TPL 792 gareggiò poi nel Daily Express MCC Rally del dicembre 1953, guidata da Cliff Davis.
Nel maggio del 1954, Davison ebbe poi l’opportunità di gareggiare con la sua vecchia auto – forse facendo ricerche sullo sviluppo delle sospensioni per le Ace di produzione – al Silverstone Eight Clubs Meeting, e la TPL 792 arrivò al secondo posto. Basil de Mattos fu il proprietario successivo e guidò la vettura in cinque eventi nel 1954 e nel 1955, guadagnando tre podi.
Nel 1956, l’auto fu venduta a Robert “Bob” Jennings, che utilizzò un motore Bristol 6 ciclindri nell’AC e utilizzò la vettura in una serie di gare (comprese le vittorie a Brands Hatch e Silverstone) fino a tutta la stagione di corse 1957. Il prototipo dell’Ace rimase nel Regno Unito, passando attraverso altri quattro proprietari, fino agli anni ’80, quando venne esportata negli Stati Uniti, mossa da un motore Ford Zephyr da 2,6 litri con testa speciale Rudd Speed Raymond Mays installata negli anni ’70. Ha poi partecipato attivamente alle corse per auto d’epoca e successivamente ha ricevuto un completo restauro, durante il quale ha ricevuto la livrea verde che indossa oggi.
Senza la TPL 792, potrebbe non esserci oggi una AC Ace e, successivamente, nessuna Shelby Cobra. Per lo meno, queste auto sarebbero state significativamente diverse rispetto ai modelli che oggi conosciamo e che hanno modellato per sempre il volto delle auto sportive aperte.
Tutti i documenti relativi alla storia e le fatture del restauro sono disponibili per riferimento.
Tagliando completo, vettura pronta per l’utilizzo.
Nessuno.
Sono disponibili tutti i documenti dell’epoca, la documentazione del restauro, inclusa la cronologia dei servizi, le fatture e l’elenco delle parti sostituite.