LANCIA SPORT GR.6 (LC/1)

LANCIA SPORT GR.6 (LC/1)

02 Giugno, 2020Ruote Leggendarie Production | Italia

 

Sono sempre stato un convinto assertore a trecentosessanta gradi delle corse. Quando dico corse non intendo solo i rally, ma anche l’impegno nelle prove di velocità, su pista e su strada, poiché quello che impari dalla pista non lo trovi nei rally, e viceversa. Solo impegnandoci su tutti i fronti avremmo potuto aiutare la competitività nei rallies ed ottenere le risposte che cercavamo. E vincevamo anche in pista: mi ricordo quando abbiamo trionfato al Nürburgring precedendo tutte le Porsche anche di cilindrata superiore.
Cesare Fiorio

 
 
Era il, 1980 quando un gruppo di ragazzotti si mise in testa di scrivere quella che oggi è vista come una favola meravigliosa. LC/1 Gruppo 6.
Tutto il tempo trascorso, le fatiche, le discussioni tecniche e le domeniche sui campi di test, potranno mai essere ripagate dalla gioia dei giorni attuali? Vedendo l’apprezzamento da parte di tutti gli appassionati nel mondo, la riposta è sicuramene affermativa.
 


Poiché è vero che a volte gli avvenimenti accadono per caso, è altrettanto vero che la probabilità aumenta se uno se li va a cercare, ed è girando su internet, in libreria e in autodromo che capita, incrociando le informazioni, di incontrare coloro che hanno scritto questa storia. Persone genuine e sincere, immerse, esattamente come 35 anni fa, con la testa dentro al cofano, cacciavite nelle mani e un libro in più. Un libro che non c’era, ma oggi si, che ritrae i loro volti, scatti di un’epoca che a rivederla oggi trasmette grandi emozioni.
 
Ritrovare i piloti, i tecnici, le sapienti mani dei meccanici e gli appassionati, anch’essi con 35 anni in più che mostrano ai loro amati discendenti, le “macchine vecchie da corsa”. Ed è proprio su un campo di gara, storica ovviamente, che si ha il piacere di incontrare coloro che c’erano e sono lì ancora oggi, che hanno costruito le vetture, le hanno raccontate nel loro libro e utilizzano quello stesso testo come manuale per fare ripartire quella macchina che oggi proprio non ha voglia di accendersi!
 
In quel frangente conosci persone meravigliose, proprietari di queste auto, che le portano alla luce e le offrono alla vista di tutti; al termine della giornata torni a casa carico di tanta adrenalina, ricordi, foto, e con un libro stretto sotto braccio.
Un libro che è e può essere considerato un book fotografico per alcuni, un manuale tecnico per altri, o il racconto di una storia fantastica, che ricorda quando la vettura fu portata al debutto in gara il 18 Aprile del 1982 alla 1000km di Monza, utilizzando i primi due esemplari costruiti.
 
 

NASCITA DI UN’AVVENTURA

 
L’avventura, dovuta al cambio di regolamento, concepita attorno al 1.4 turbo della Beta Montecarlo, nasce anche grazie al contributo in progettazione e realizzazione di Dallara; sono riportati i disegni dello studio preliminare della vettura completa, con dettagli tipo la presenza del martinetto idraulico di sollevamento in prossimità dell’assale anteriore, soluzione poi abbandonata. Dalla completa descrizione con tavole originali e ricostruzione tridimensionale del telaio monoscocca a vasca come le F1 dell’epoca, biposto da 55kg in Avional, alla scansione del manoscritto di Roberti che riporta la prova di torsione.
 


La qualità grafica che si riscontra nei dettagli delle illustrazioni, alcune ricostruite partendo praticamente da zero, è strabiliante, una vera opera d’arte: la presa frontale con lo scopo di raffreddare l’aria e fornire carico aerodinamico, i 3 diversi musetti, “a cucchiaio”, “bombato” e “Le Mans”.
 
Lascia di stucco la precisione con la quale è descritta la parte tecnica, divisa in corpo vettura, telaio, motore e sovralimentazione, trasmissione, sospensioni, impianti. È il risultato del lavoro di squadra di un perfetto Team, o se anche non lo fosse stato, noi lo vogliamo immaginare così.
 
Lo studio aerodinamico della LC/1 è pazzesco, incredibile, le foto e le rappresentazioni grafiche rendono perfettamente l’idea di cosa si porta dietro un veicolo nato per vincere, come questo, che oggi emoziona molto più di allora.
Interessante la dichiarazione dell’amatissimo Michele Alboreto che spiega il progressivo calo dell’effetto suolo della vettura durante la gara dovuto al consumo delle minigonne in gomma poste sul frontale e laterale.
 
L’avventura continua illustrando il propulsore, in codice 14.81 PT, le sue caratteristiche, i componenti, i dati rilevati al banco motore (!), il layout degli impianti ausiliari.
Personalmente lo consideriamo un manuale tecnico-grafico-storico, dove poter gustare i disegni del differenziale autobloccante ZF a lamelle, del cambio 5 marce a innesti frontali con possibilità di sostituzione del singolo rapporto.
 
Altre foto dell’indimenticabile Alboreto con Vasco Pisanelli, cambista Lancia, e dettagli delle sospensioni con schema simile alla Williams F1 FW07, accompagnano attraverso le ricostruzioni grafiche complete dell’anteriore e posteriore fino al disegno originale di Dallara.
 
Non può mancare l’esposizione dell’impianto frenante e dell’abitacolo, corredata dalle caratteristiche rappresentazioni fotografiche e progetti che parlano da sole.
 
 

IL PROGETTO

 
Le milestone del progetto da ricordare si concentrano in pochi mesi, tra il 1981 e il 1982. Si parte da Giugno ’81, quando fu dato l’ok, attraverso la presentazione di modelli in scala, 1:5 e 1:1, con prove in galleria del vento in Settembre. Martedì 3 Novembre 1982 inizia la costruzione della prima carrozzeria in vetroresina della Gr.6 . Lo stesso giorno si approva lo sviluppo di un’altra Leggenda, la nuova Lancia 037.
 


Uno “throwback” nella stagione 1982 con tutte le fasi di sviluppo e gare a Monza, Silverstone, Nürburgring, Le Mans, Spa , Mugello, Fuji e Brands Hatch, e la successiva con il passaggio da 828CB1 – Gruppo 6 a LC/1 – Gruppo C, gestite dalla Scuderia Sivama Motor, impreziosito con i dettagli delle singole gare e le immancabili raffigurazioni della nuova Coupé: splendide.
Una lunga parte del libro, probabilmente la più tecnica, è destinata a test e studi aerodinamici, corredata da tante foto, dati, soluzioni e rappresentazioni.
 
 

WORLD ENDURANCE CHAMPIONSHIP 1982

 
La successiva corposa sezione è dedicata ad ogni singolo round del World Endurance Championship 1982 con il Team, la classifiche, una carrellata memorabile di fotografie, le relazioni post gara con le note delle problematiche riscontrate durante la competizione e dei miglioramenti da apportare, le dichiarazioni dei piloti, le grafiche delle vetture.
 


Il WEC 1982, un campionato dove si miscelavano tra loro auto Gruppo C, 5 e 6 come Ford C100/03, Porsche 956, Sauber SHS C6 – BMW, TOJ SC 205 BMW , Lola T 296 BMW, Porsche 935 K4, Joest 936/C – Porsche, Nimrod NRA/C2, GRID Plaza SA1 –Ford, Lola T610 – Ford, BMW M1, Mazda RX – 7, March 75 SC – Toyota, Ferrari 512 BB, Osella PA9 BMW, oltre Lancia Beta Montecarlo e LC/1. Serve altro?
Si passa alla stagione successiva con la versione Coupé, pronta in marzo 1983, e la carrellata delle gare, gli imprescindibili disegni e le grafiche di ogni singola corsa. Campionato non fortunatissimo, al termine del quale le vetture vennero riportate allo stato originale di Spider Gruppo 6 con livrea Martini Racing e vendute.
 
 

QUANDO L’IMMAGINAZIONE CORRE VELOCE…

 
Il libro si conclude con la breve storia delle 4 vetture costruite, i disegni delle principali evoluzioni e le foto di coloro che hanno eseguito il lavoro di restauro grafico della vettura telaio numero #004, con metodologia e dedizione dell’epoca, nello specifico gli amici della Pubblimais.
 


Abbiamo avuto l’incommensurabile fortuna e piacere di parlare ed essere a fianco dei tecnici, dei proprietari, di Alessandro e Vittorio, coloro che hanno scritto LANCIA SPORT GR.6 (LC/1). Vederla lì, accanto alla sua sorellona Beta Montecarlo…
 
Chi di voi ha mai visto dal vero creature del genere? Un mix di tecnologia, aerodinamica, cuore e passione. La frase iniziale del libro di CESARE FIORIO, uno che di corse ne ha vinte, racchiude e prenuncia i contenuti.
Casco ben allacciato, cinture di sicurezza e buona lettura!
L’immaginazione corre veloce: come sarebbe un tranquillo giro da passeggero, senza casco, con capelli al vento a 50 km/h lungo un qualsiasi tracciato, magari Imola? A questo non vi è risposta.
Ma ci stiamo provando, vero Stefano, Massimo, Vittorio, Alessandro e Pubblimais?
 
 
Immagini concesse gentilmente da PubbliMais Torino
 



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