19 Set NEXT WEEKEND
Next Weekend
1 Ottobre, 2019 – Shunsuke Matsuzawa | Tokyo (Giappone)
Appartengo alla generazione di chi aspettava con ansia il sedicesimo compleanno per poter finalmente guidare una moto di media grandezza. I soldi per la moto arrivavano da ogni genere di lavoro part-time.
Così come attendere i sedici anni con trepidazione, per la mia generazione era una cosa normale prendere la patente per la macchina subito dopo aver superato il secondo grande traguardo, il compimento dei diciotto anni.


Sull’auto da comprare vi era molto spazio per fantasticare, ma con i pochi soldi da poter investire dopo aver iniziato a lavorare, comprai una macchina usata. Mi costò qualche centinaio di euro, ed era appartenuta a un collega più vecchio di me, che la possedeva da oltre 10 anni (si doveva effettuare la revisione ogni anno passati i 10 anni…)
Un’auto usata era tutto ciò che ci si poteva permettere e questo non faceva che alimentare le mie aspettative per il futuro. Così mentre la guidavo sognavo il giorno in cui avrei potuto scegliere un’auto nuova.
All’epoca era molto diffusa una serie di fumetti che si chiamava “GT Roman”, letta in particolare dagli appassionati di automobili: io naturalmente ero uno di loro. Impazzivo per la Nissan Skyline GT-R (chiamata anche Hakosuka), la Jaguar E-type e l’Alfa Romeo Giulia, caratterizzata da un piccolo spazio tra il cofano e la parte anteriore. Inutile dire che il mondo dei motori iniziava ad affascinarmi in ogni sua sfaccettatura: le macchine nuove, quelle protagoniste dei fumetti, e persino le automobili classiche. Vi era però una convinzione ben radicata nella mia testa, ed era l’idea che queste ultime si rompessero molto facilmente. Questo pregiudizio, unito alla scarsa disponibilità economica di quegli anni, mi ha spinto rimandare questo tipo di investimento. Non smettevo però di sognare di possederne una.
Sono passati dieci anni da allora, e mi sono ritrovato ad avere trentacinque anni. La passione che nutrivo per le moto nutrita, negli ultimi tempi si stava affievolendo perché sentivo che stavo cominciando ad avere problemi con la vista di oggetti in movimento.
Ovviamente non riuscivo a smettere di guidare la mia moto, dato che mi era sempre piaciuto farlo, sin da giovane, ma lo facevo come hobby, sempre meno frequentemente, di solito nei week-end di bel tempo. E, nel frattempo, iniziavo a valutare la possibilità di acquistare un’auto, con la quale potermi divertire nei fine settimana, proprio come facevo con la mia moto. Valutavo ogni singolo dettaglio di tale decisione, fra me e me, come in una sorta di dialogo interiore.
“Non ho bisogno dell’aria condizionata, se guido solo nei weekend, quando c’è bel tempo… Sarebbe bello guidare una macchina che non è governata da un sistema elettronico, come le “noiose” macchine moderne! Allora… perché’ non una macchina sportiva con un piccolo carburatore?”



Con queste idee che mi frullavano in testa ho iniziato ad informarmi sui costi delle auto che guardavo anni prima su GT Roman, e parallelamente ho cominciato a guardare i prezzi sul web e sulle riviste di automobili.
Dopo attente valutazioni ho scelto una Triumph Spitfire MK1. Ci sono tante belle macchine sul mercato… perché proprio una Spitfire MK1? Certamente il prezzo giocava un ruolo importante in questa scelta. I prezzi principali per le moto importate o reimportate erano attorno ai 1,500,000 yen – 2,500,000 yen, quindi ho cominciato a guardare le macchine sportive di buona qualità con valore situato in quella fascia di prezzo.
Inoltre era difficile trovare i pezzi di ricambio delle auto classiche giapponesi, mentre trovare quelli delle macchine europee (specialmente quelli delle auto inglesi) era più facile ed economico. Questo ha fatto sì che mi concentrassi sulle macchine europee. Non a caso la Giulia dell’Alfa Romeo, la MG inglese, l’Austin-Healey e la Triumph sono state il risultato delle mie prime ricerche.

La Spitfire, tuttavia, continuava ad essere il mio primo pensiero. Mi sono accorto ben presto che l’unica versione che conoscevo era il 1500, l’ultimo modello. Ho immediatamente pensato con curiosità alle versioni più vecchie e ho trovato una foto della MK3: bellissima!!! Ho cercato modelli ancora più datati e ho trovato un’immagine della MK1: è stato amore a prima vista, l’ho riconosciuta, era lei che cercavo.
Ho cominciato seriamente a cercare una Spitfire MK1, non immaginando che sarebbe stata un’impresa tutt’altro che semplice, al contrario delle auto europee. Guardavo sul web, scandagliavo gli annunci sulle riviste, ma la risposta che ottenevo era sempre la stessa: “La Spitfire MK1 non si trova così facilmente!”
Forse è stata proprio quest’ostacolo a spingermi verso una decisione, quasi fosse una sfida da lanciare: “Devo prendere proprio questa macchina.”



Dopo ben tre anni di ricerche, ho sentito dire che c’era una Spitfire MK1 di colore blu wedgewood in vendita al CG Craft, un noto restauratore di auto classiche a Toda City, nella provincia di Saitama. Sono andato a guardarla subito. Il presidente della CG aveva in garage un’altra Spitfire MK1, e la stava restaurando. Le sue condizioni non erano certo delle migliori: la vernice si staccava ovunque, mentre lui stava riparando le parti arrugginite come il battitacco e sostituendone la lamiera. Ho detto al presidente che avevo bisogno di tempo per pensare ma in realtà, nel frattempo, speravo di trovare un’altra macchina.


Non l’ho trovata e mi sono ritrovato, qualche mese dopo, a telefonare nuovamente alla CG Craft per avere notizie di quella Spitfire. La risposta è stata: “Vieni a vedere, ho appena terminato il restauro.”
Ci sono andato subito. Appena ho visto la Spitfire blu scura, nella sua nuova condizione, ho pensato che fosse veramente bella. Il presidente mi ha detto che la MK1 in wedgewood blue aveva più valore perchè il colore era ancora originale. In verità mi affascinava anche il fatto che avesse la guida a destra, come in Inghilterra: ho deciso di acquistarla immediatamente, senza alcuna esitazione.

Dopo soli tre giorni dalla consegna della macchina, ho iniziato ad avere alcuni problemi… Non riuscivo ad usare né la seconda né la terza marcia, quindi ho dovuto guidare con la prima e la quarta fino all’officina.
Poco tempo dopo si è rotta una piastra di riscontro e la portiera si apriva mentre facevo le curve: ho dovuto tenerla chiusa con la mia mano destra.
Sono seguite la revisione del motore e del differenziale. Ho avuto problemi in quasi tutte la parti della macchina, ma se continuo a guidarla dopo più di dieci anni qualche valido motivo ci sarà… forse significa che io e lei stiamo bene insieme.
Negli ultimi 5-6 anni non ha mostrato gravi anomalie. Ogni tanto il motore continua a fermarsi all’improvviso, ma mi sono abituato a fare riparazioni dove mi trovo: ho imparato a gestire le situazioni.
Mi piace molto guidare per più di 8000 km all’anno attraverso i passi di montagna della regione del Kanto.


Certo, è difficile usare questa automobile nella vita quotidiana, oppure usarla per andare in viaggio come si fa con le macchine moderne. Il divertimento che posso avere guidando sui passi delle montagne nei weekend, quando c’è bel tempo, però, non è cambiato nonostante siano passati più di 10 anni. Nel frattempo ho fatto amicizia con tanti appassionati di auto classiche: la vita con la mia Spitfire nei weekend continua….



Perché ho scelto questo titolo, “Next Weekend”?
Perché di solito non vedo l’ora di guidare la mia Spitfire, nel weekend. Avevo un blog con lo stesso titolo, e l’ho scelto per farvi vivere questo desiderio e le mie passioni.